Ascoltando lo Spirito Santo, camminiamo insieme nella novità di vita

Come tutto ha un inizio e una fine, così anche per il XVI Capitolo generale ordinario è arrivato, dopo venticinque giorni (dal 2 al 26 luglio) di comunione e di lavoro intenso, il momento della chiusura solenne e del ritorno delle sorelle capitolari “dal conclave” alla loro quotidianità.

Dopo l’elezione del nuovo Governo, si è lavorato, in vista della chiusura del Capitolo generale, per approntare le decisioni e raccomandazioni e per approvare il documento finale che sarà inviato a tutte le suore.

Al clima di festa della nostra comunione hanno contribuito le congratulazioni pervenute da tutte le Province e dalla Regione di Roma, dalle sorelle della RD Congo e dell’Uganda. Insieme ai ringraziamenti sinceri al precedente Governo generale per la conduzione della Congregazione, sono state indirizzate felicitazioni al Governo neoeletto con l’augurio che lo Spirito Santo lo guidi nel suo esigente servizio.

Subito prima della chiusura, ogni capitolare ha espresso la propria valutazione sul Capitolo. Comune denominatore è stato l’apprezzamento per la buona organizzazione, curata nei minimi dettagli e per la fattiva collaborazione delle sorelle; non si è dimenticato neppure il fatto che molte suore, prima di venire al Capitolo, hanno svolto con dedizione dei compiti, grazie ai quali hanno dato un importante contributo alla buona riuscita dei lavori del Capitolo.

Al termine, anche la Superiora generale Sr. Veronika Verbič ha preso la parola. Ha ringraziato il precedente Governo generale per l’ottima preparazione del Capitolo, per la scelta del tema e per gli ottimi docenti che ci hanno arricchito spiritualmente. Sintetizzando quanto si era vissuto nei giorni precedenti, ha detto: “Abbiamo vissuto insieme nella gioia e nelle difficoltà, nel lavoro e nel riposo. Abbiamo condiviso le celebrazioni eucaristiche e i momenti di preghiera. Rimaniamo anche in futuro in comunione.” Citando poi le parole della fondatrice Madre Margarita Pucher “Depongo tutto nel Sacro Cuore di Gesù”, suor Veronika ha affidato al Sacro Cuore di Gesù la Congregazione e tutto ciò che è stato deciso nel Capitolo “con la fede e la fiducia che siamo nel Cuore di Gesù e nelle sue mani». Con questo augurio e preghiera, ha dichiarato chiuso il XVI Capitolo generale ordinario.

Poiché con la chiusura del Capitolo erano terminati i giorni della nostra permanenza e del nostro lavoro all’ombra di Santa Maria degli Angeli, si è ritenuto opportuno che, prima di tornare a casa, andassimo a salutare san Francesco. Come un tempo i suoi frati si riunivano attorno alla Porziuncola per scambiarsi esperienze e, incoraggiati dal sostegno fraterno, si avviavano nel mondo, così anche noi, prima di tornare dalle nostre sorelle, ci siamo recate presso la tomba di San Francesco per domandargli la sua benedizione sul nostro lavoro e sulla Congregazione e per cantare alla sua presenza il Te Deum.

La solenne celebrazione eucaristica presso la tomba di San Francesco è stata presieduta dall’arcivescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, il quale, riferendosi ad una parte del nome della Congregazione, Suore Scolastiche, ci ha sollecitato ad essere allieve alla scuola di Gesù perché solo così possiamo essere autentiche maestre della fede. La vita è la vera via dell’evangelizzazione. Predicare con la vita è più necessario che predicare con le parole, ha sottolineato l’arcivescovo, aggiungendo che se non si parla con la vita, non si testimonia con essa, le parole non hanno senso. La vita di Francesco è stata eloquente, perché è stata completamente consegnata a Cristo. Era il suo Re, ha sottolineato l’arcivescovo, incoraggiando le suore a consegnarsi completamente a Cristo come al proprio Re. Il frutto dell’abbandono di Francesco a Cristo è l’attrattiva della sua vita, attraverso la quale nasce la fraternità e cresce la comunione. Possa Dio concedere a noi la stessa grazia.

Prima di separarci da Francesco d’Assisi, abbiamo voluto scattare l’ultima foto ufficiale della nostra comunità di sorelle davanti alla basilica. È interessante notare che, mentre ci sistemavamo per poter essere inquadrate “tutte dall’obiettivo”, un gruppo di giovani si è radunato intorno a noi, come facevano gli uccelli intorno a San Francesco. Che cosa ha attratto questi giovani? Non lo sappiamo, ma li abbiamo accolti con gioia nella nostra compagnia. Una suora ha semplicemente detto: eccoci segno di Dio.

Bisogna saper leggere i segni di Dio con la chiave della fede. Per questo è necessario saper pregare, fare silenzio e ascoltare. Ascoltando lo Spirito Santo, camminiamo insieme nella novità di vita.