18. Da poveri, i fratelli e le sorelle, ai quali il Signore ha concesso la grazia di servire o lavorare, servano e lavorino con fedeltà e con devozione, cosicché, allontanato l’ozio, nemico dell’anima, non estinguano lo spirito della santa orazione e della devozione, al quale tutte le cose temporali devono servire.
19. Traggano dal frutto del lavoro il necessario al corpo, per sé, per i loro fratelli e sorelle, e anche questo umilmente, come conviene a servi di Dio e a seguaci della santa povertà. Il superfluo lo distribuiscano ai poveri. E mai debbono desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi devono essere servi e soggetti a ogni umana creatura per amore di Dio.
20. I fratelli e le sorelle siano miti, pacifici e modesti, modesti e umili, parlando a tutti dignitosamente, come si conviene. E dovunque si trovino o vadano per il mondo, non litighino ed evitino dispute di parole, e non giudichino gli altri; piuttosto si mostrino lieti nel Signore, ilari e garbatamente cortesi. E rivolgano il saluto: il Signore ti dia pace!